Pubblicato: 24 Settembre 2015 Super User Visite: 1636
NATURA ABRUZZO
Quando il grande amore per la natura, si fonde con un'altrettanta grande passione per la fotografia, possono ottenersi risultati fantastici!
Siamo felici di presentare alcuni scatti di Dario Rapino che ringraziamo di cuore.
Scorci d'Abruzzo e immagini di animali colte in ore e ore di appostamenti.
Godetevi questo viaggio nella Natura d'Abruzzo!
Dario Rapino, già avvocato (attualmente svolge funzioni giurisdizionali presso il Tribunale di Pescara) e giornalista, nasce a Casalanguida (Ch) nel 1955. L'innata passione per il mondo naturale e per i viaggi lo conduce fatalmente a cimentarsi con la fotografia sin dall'età di 25 anni. Ha conseguito negli anni numerosi premi e risconoscimenti; sue foto sono state pubblicate sulle riviste Il Fotografo e Photo, nonché nelle pubblicazioni Agfa “Il Colore è un'opinione” e Fotoamatori Italiani di Fabbri Editore. Sue foto sono altresì presenti nelle pubblicazioni dell'Oasis International Photo Contest (anni 2013-2014) e nell'Adriatic Photo Contest 2014. Nell'edizione 2015 del Photo Contest di Oasis si è classificato al 2° posto delle speciali classifiche regionali. Altre opere sono esposte nel museo “La casa degli Aironi” di Cervara (Tv). Ha collaborato con i quotidiani Abruzzo Oggi, Il Centro ed il Messaggero: sue le illustrazioni fotografiche del libro Sguardi furtivi del Dott. Danilo Montinaro. Diverse ed unanimemente apprezzate le personali fotografiche. Negli ultimi anni ha dedicato i propri progetti fotografici, oltre a reportages nei vari continenti (Africa, estremo oriente, Europa, Sud e Nord America), quasi esclusivamente alla foto naturalistica, soprattutto nella bassa ed alta valle del Sangro, documentandone la preziosa ricchezza e biodiversità. Nell'anno 2014 ha infine documentato fotograficamente per la prima volta la presenza dell'orso bruno marsicano nella Riserva Naturale di Rosello, dato questo di incomparabile valore scientifico e naturalistico.
Pubblicato: 14 Settembre 2015 Super User Visite: 2188
Pubblicato: 01 Agosto 2015 Super User Visite: 4572
Pubblicato: 28 Luglio 2015 Super User Visite: 4196
Pubblicato: 11 Luglio 2015 Concetta Bomba Visite: 2326
LA MAGIA ETERNA DI SCANNO: RIFLESSIONI DA “SCATTO”
E poi vai a Scanno!
Certo, sai da sempre che sta lì, bella, particolare, con il suo lago, le sue pietre, i suoi orafi, i suoi costumi.
Ma sai anche che in quel paesino ci sono donne, poche ormai, che si ostinano ad indossare lunghe e larghe gonne dallo sfondo rigorosamente nero (o perlomeno scuro al punto tale da non riuscire a distinguerlo a sufficienza dal nero!); donne alle quali stilisti e case di moda gli fanno un baffo, fiere come sono a rimanere fedeli fino alla morte ad una tradizione che le vuole vestite in quel modo, e in quel modo soltanto.
Capita, poi, che ti appassioni di fotografia: quella in bianco e nero ti seduce in modo particolare!
Henry Cartier Bresson lo vedi e ri-vedi, lo sfogli, ne analizzi i particolari stampati, ti sbalordisce, ti interroga, ti ossessiona e poi lo “copi”; e così lo cerchi e vai a Scanno.
Perché a Scanno Bresson ci è stato. E l’ha fotografata. L’ha fotografata in un modo che ogni fotografo, vero o presunto che sia, si mette lì a caccia di quelle prospettive immortalate dal Maestro, per riprodurle con testardaggine estrema.
Il turista apprezza senz’altro la bellezza del lago, con i suoi colori talmente accesi da sembrare irreali: il verde, il blu, l’azzurro, creano sfumature di un effetto accattivante.
Ma il fotografo corre subito su in paese. E va dritto in Piazza San Rocco. Tappa obbligata, per cominciare. Là trova una targa: come a dire “qui ci sono passati due grandi con la macchinetta fotografica al collo. Vedi se sai fare di meglio!”
Di meglio certamente non sai fare. Ciò nonostante sali caparbiamente quei gradini, ti posizioni esattamente come Bresson, scatti, controlli, scatti ancora, continui a confrontare, la tua foto, quella di Bresson, altri scatti…Sei deluso da quel che hai prodotto poiché la distanza dall’originale è abissale. E’ sempre abissale. Per chiunque. Continui il giro di Scanno, cerchi una, almeno una di quelle donne “vestite di nero”.
Ad un certo punto spunta fuori. Sempre, ad un certo punto, almeno una spunta fuori.
E si scatena un fuoco di “clik” talmente imbarazzante che quasi metteresti via la macchinetta per evitare di far parte di quella schiera di “invasori” fotografanti.
La realtà è che Scanno è bella esattamente come lo era agli occhi di Bresson. A prescindere da Bresson.
CIò che ti spinge ad andare, e ad andare ancora, innumerevoli volte, è quel sapore di “immortalità” che ormai la sovrasta: poco importa se le tue foto riproducono spaccati già visti e fotografati in mille salse.
Unico, rimane, lo sguardo che hai poggiato su ogni angolo: tuo, e solo tuo, è stato il percorso che ti ha mosso a ricerca di un rapporto intimo e personale.
Non da solo. A Scanno non cammini mai da solo.
Puoi starci fisicamente solo tu, ma non procedi solo.
Gli scatti visti ce li hai tutti negli occhi: ne hai piene le pupille. Ma non è un male.
E’ il “pieno” che ti porti dietro: e ti fa vedere quello che da solo non avresti visto; e ti fa trovare quello che altri non hanno visto ancora.
Foto: Concetta Bomba/Pino Spadano